IL FUTURO DELL’AUTO è A NOLEGGIO LO DICE IL CENSIS

L’auto del futuro? È a noleggio. Così almeno la pensa il Censis, che stamattina ha presentato il 49esimo “Rapporto sulla situazione sociale del Paese”, riservando al prodotto-macchina diverse citazioni e un intero capitolo intitolato: “La crisi dell’auto come fenomeno economico, sociale e culturale”.

I servizi di mobilità. Secondo gli analisti del Centro studi investimenti sociali, “lo shock che ha colpito di recente il mondo dell’auto suggerisce qualche riflessione che può andare al di là delle analisi sulla perdita di reputazione del gruppo Volkswagen e del made in Germany nel suo complesso, il cui successo si basa in gran parte sull’affidabilità tecnologica. Tra il 2007 e il 2014 – si legge nella relazione – le immatricolazioni in Italia da parte dei privati si sono dimezzate, e gli acquisti delle famiglie sono passati dal 77,3% del totale nel 2009 al 62,6% del 2014. Nel frattempo crescono le quote di immatricolazioni da parte delle aziende e soprattutto dei noleggiatori. Proprio questi ultimi, che nel 2015 supereranno per la prima volta la percentuale del 20% del totale, rappresentano la proiezione al futuro del ruolo dell’auto nelle società avanzate: soggetti che vendono servizi di mobilità (in varie forme e destinazioni) e che intermediano il rapporto tra le aziende di produzione di beni per la mobilità privata e una collettività che sarà via via più orientata a utilizzarli, ma non necessariamente a possederli”.

Le intenzioni di acquisto. Più in generale, rileva il Censis, il ciclo declinante del consumo di beni durevoli (tra cui l’automobile) è partito dal 2007 e si è protratto fino al 2013, per poi registrare una ripartenza: dalla seconda metà del 2014 e per tutto il 2015 sono e saranno proprio i beni durevoli a trainare la ripresa dei consumi familiari. Le analisi previsionali presentano uno scenario incoraggiante. Tra coloro che in famiglia assumono la responsabilità degli acquisti principali, la quota di chi dichiara di avere fiducia nel futuro (il 39,8%) supera quella di chi non vede segnali positivi (il 22,4%), mentre la parte restante (il 37,8%) è ancora incerta. Questa ritrovata fiducia si riflette sulle intenzioni di acquisto: il 5,7% delle famiglie (più del doppio rispetto all’anno scorso) ha intenzione di comprare un’auto nuova.